1 Dicembre 2015

Plagio di design d’autore e contraffazione di marchio di forma

La tutela autoriale sulle opere di design prevista dall’art. 2 num. 10) l.d.a. richiede, in via cumulativa, non solo il carattere dell’originalità e della creatività ma anche del valore artistico. Il requisito della creatività non afferisce all’oggetto in sè che viene rappresentato (che ben può essere costituito da un oggetto della vita quotidiana) ma alla modalità formale di tale rappresentazione: è quindi nel concept che sta l’originalità innovativa della forma. Il giudizio sul valore artistico deve accompagnarsi alla ricerca di obiettivi e verificabili riscontri sull’apprezzamento consolidato presso l’opinione pubblica, in settori qualificati, maturato e confermato nel tempo e quindi non effimero. Trattasi di un’analisi ex post rispetto al momento della sua creazione, che permette di confermare o meno la presenza di quel valore artistico che trascende la mera attitudine di una forma ad attirare l’attenzione momentanea del pubblico.

Perché si possa parlare di plagio è sufficiente e necessario che siano riprodotti, nel prodotto interferente, i tratti essenziali e caratteristici che identificano l’opera quale espressione della personalità dell’autore e che ne consentono di predicare creatività e valore artistico. Non è necessaria l’appartenenza alla stessa categoria di oggetti, in quanto l’indagine deve essere condotta sulla forma interna, cioè sul contenuto ideologico, che bene può essere riprodotta anche in res di destinazione diversa.

In materia di contraffazione di marchio di forma, il giudizio di confondibilità – da operare non già sull’effettiva confondibilità dei servizi e dei prodotti ma sulla base del solo riscontro della confondibilità dei segni – si realizza attraverso una valutazione globale del rischio di associazione, che implica una interdipendenza fra i fattori presi in considerazione. Un tenue grado di somiglianza tra i marchi può essere compensato da un elevato grado di somiglianza tra i prodotti.

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Andrea Andolina

Andrea Andolina

Editor

Associate Lawyer presso Clifford Chance, Milano. Collaboro dal 2014 con Giurisprudenza delle Imprese, per cui ho curato la Rassegna di Diritto Industriale realizzata nel 2017. Ho conseguito il Master (LLM) in...(continua)

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