Risarcimento del danno da abuso di posizione dominante

In materia di risarcimento del danno causato da abuso di posizione dominante, l’accertamento effettuato dall’Autorità  Garante per la Concorrenza ed il Mercato, e/o dal giudice amministrativo nel giudizio avviato dall’impugnazione della delibera dell’Autorità, costituisce una “prova privilegiata” nella successiva azione di risarcimento promossa da un soggetto (asseritamente) leso dall’illecito anticoncorrenziale, la cui efficacia consiste nello spostare in capo all’autore della violazione l’onere della prova contraria a quanto accertato dall’Autorità e/o dal giudice amministrativo. A differenza delle intese restrittive della concorrenza, per quanto riguarda le pratiche di abuso di posizione dominante detta efficacia è limitata all’accertamento della posizione (dominante) di mercato dell’operatore, del comportamento sanzionato e della sua natura abusiva, mentre non si estende agli elementi necessari per la determinazione dell’entità del danno e, pertanto, dell’obbligo risarcitorio, che – pur potendo essere oggetto di dimostrazione presuntiva, una volta soddisfatto lo standard del “più probabile che non” – devono essere almeno allegati da chi lamenta l’esistenza del danno. Possono agire in via risarcitoria di fronte al giudice civile contro il soggetto condannato dall’Autorità e/o dal giudice amministrativo – beneficiando dell’efficacia di prova privilegiata dell’accertamento ivi svolto – non soltanto soggetti che sono stati parti del procedimento (e/o del giudizio) amministrativo (c.d. azione di follow-on), ma altresì quanti si trovino in posizione identica o simile a questi ultimi, in particolare per quanto attiene alle conseguenze dannose della condotta sanzionata.

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