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20 Febbraio 2019

Il diritto di informazione e di consultazione del socio non amministratore della S.r.l. sulle società controllate dalla società partecipata

Il diritto di consultazione del socio non amministratore ex art. 2476, secondo comma, c.c. riguarda i libri sociali e i documenti relativi all’amministrazione della S.r.l. di cui è socio.  Il socio non amministratore della S.r.l. controllante [ LEGGI TUTTO ]

20 Febbraio 2019

Ammissibilità della tutela cautelare per i diritti di credito

Lo strumento cautelare costituisce una componente essenziale ed ineliminabile della tutela giurisdizionale, tutela da intendersi come concreta attuazione del principio secondo il quale la durata del processo non deve andare a danno della parte che ha ragione, rendendo vana l’attuazione satisfattiva del diritto. La garanzia costituzionale del diritto d’azione trova completa attuazione sul versante cautelare solo con un’azione d’urgenza di carattere generale. La tutela urgente è, dunque, lo strumento che munisce i diritti soggettivi di un’idonea tutela che anticipa quella fornita dai rimedi ordinari e ne rappresenta una componente irrinunciabile, in un sistema giurisdizionale che voglia essere efficiente e, soprattutto, effettivo. Questo collegamento strumentale della tutela cautelare d’urgenza con l’esigenza d’attuare il principio d’effettività della giurisdizione, mostra con tutta evidenza che l’ambito oggettivo di applicazione della tutela d’urgenza deve essere identico a quello della tutela giurisdizionale di cognizione che è, com’è noto, la via ordinaria di tutela dei diritti soggettivi. Ciò implica che la tutela d’urgenza sia strumentale indistintamente a tutte le forme di tutela giurisdizionale “in via ordinaria”, e che la misura cautelare è, quindi, strumento di salvaguardia dei diritti soggettivi di qualunque natura, senza che si possano operare distinzioni di sorta.

Con riferimento ai diritti di credito si è assistito all’abbandono della teoria della non tutelabilità a priori per la astratta risarcibilità, in termini monetari, della relativa lesione, potendo configurarsi casi in cui gli strumenti risarcitori per la riparazione definitiva del pregiudizio sofferto non appaiano in grado di assicurare una tutela satisfattoria completa, con il conseguente determinarsi di uno scarto intollerabile tra il danno subito ed il danno risarcito.

 

20 Febbraio 2019

Oggetto ed estensione del diritto di informazione del socio non amministratore di una S.r.l. holding pura

Nel contesto di una holding pura, deve ritenersi del tutto ragionevole e coerente con il concreto atteggiarsi dei rapporti tra holding e società controllate direttamente e indirettamente che il socio non amministratore della holding abbia il diritto di essere informato (dall’organo amministrativo della controllante di cui è socio) anche su cosa succede “a valle”, nelle società controllate, la cui gestione è l’attività specifica della capogruppo. Non è dunque questione di raffrontare i poteri del socio della S.r.l. con i poteri del socio della società controllata (in ipotesi S.p.A.) o con quelli dei sindaci nel caso di cui all’art. 2403 bis comma 2 c.c., quanto piuttosto di parametrare il potere di controllo del socio della S.r.l. al potere di gestione spettate all’organo amministrativo della S.r.l. stessa.

 

Il perimetro del diritto di informazione del socio sui documenti relativi all’amministrazione della società da lui stesso direttamente partecipata deve intendersi comprensivo di tutta la documentazione “ragionevolmente necessaria ovvero in concreto esaminata/utilizzata per l’esercizio delle proprie funzioni dall’organo amministrativo della società soggetta al potere di ispezione e conseguentemente da reputarsi nella materiale disponibilità giuridica della stessa, nella necessaria coincidenza fra poteri di gestione e poteri di controllo di una società di capitali, quale assicurata nell’attuale assetto normativo dal controllo sindacale nella spa e dal controllo dei soci non amministratori nella srl” e del tutto “a prescindere … dalla … irrilevante intestazione formale dei relativi atti” (v. Tribunale di Milano, Sezione Specializzata in materia di impresa, ord. 27.9.17). La questione, dunque non è quella dell’esistenza del diritto ma quella dell’esercizio del diritto e quindi, in sostanza, quella di definire quali sono le conoscenze che l’organo amministrativo della controllante deve avere sulla società direttamente controllata – e quindi anche su quello che segue, cioè sulla controllata dalla controllata – e che può/deve trasferire al socio ex art. 2476 comma 2 c.c.  In proposito, si deve ritenere che l’organo amministrativo della holding debba senz’altro conoscere la documentazione sociale e quella attinente alle scelte gestionali di maggior rilevanza e che, di norma, la sua conoscenza non si spinga/debba spingersi a dati che riguardano la minuta operatività ordinaria delle società sottoposte a controllo/coordinamento.

 

Nonostante l’ampiezza della formula usata dal legislatore (“notizie sullo svolgimento degli affari sociali”), si deve ritenere che possano rientrare nella dizione legale solo informazioni/notizie tratte da elementi già costituiti, escludendo, per converso, che possano rientrarvi documenti costituendi che implichino attività di valutazione o anche solo di elaborazione dei dati.

20 Febbraio 2019

Azione individuale del socio: profili sostanziali e processuali

Nel caso di esercizio dell’azione sociale di responsabilità da parte del socio in nome proprio, ma nell’interesse della società, la società è litisconsorte necessario e quindi deve essere necessariamente citata in giudizio, se del caso in nome di un curatore speciale qualora l’azione sia proposta dal socio contro l’amministratore in carica. [ LEGGI TUTTO ]

18 Febbraio 2019

Responsabilità dell’amministratore per costi extrasociali

Costituisce operazione illecita produttiva di danno il ribaltamento su una società decotta (poi fallita) di passività derivanti da un’impresa individuale dell’amministratore, che sarebbe stata chiusa di lì ad un anno. L’illiceità si configura sotto un duplice profilo: sia perchè funzionale all’interesse personale dell’amministratore di incamerare somme ed estinguere propri debiti verso la fallita e verso terzi, sia perché conclusa quando il patrimonio netto della fallita risultava negativo e la stessa, quindi, nulla avrebbe potuto acquistare. L’operazione così realizzata esula dal campo della tutela riservata alla libera iniziativa economica ma si iscrive, piuttosto, in un disegno specifico che mirava alla esternalizzazione del ramo produttivo a favore di una nuova società ed alla concentrazione di tutti gli elementi negativi dell’impresa in capo al soggetto già decotto, progressivamente spogliato del suo patrimonio, a danno proprio e dei suoi creditori.

18 Febbraio 2019

Cessione di quote e residualità del rimedio cautelare atipico ex art. 700 c.p.c.

Deve ritenersi inammissibile per carenza del requisito della residualità il ricorso cautelare ex art. 700 c.p.c. volto ad ottenere l’esecuzione specifica di un obbligo di contrarre in un contesto in cui il ricorrente chiede che venga accertato il suo diritto a rendersi definitivamente acquirente di una partecipazione societaria (a ciò essendo invero deputato lo strumento del sequestro giudiziario ex art. 670 c.p.c.).

15 Febbraio 2019

Violazione dei doveri gestori e ripartizione dell’onere probatorio

L’amministratore di società di capitali che venga convenuto in giudizio per violazione dei doveri gestori, a fronte del mancato assolvimento dell’onere probatorio su di lui gravante, deve essere ritenuto responsabile per gli inadempimenti ai doveri gestori addebitatigli dall’attore e condannato al risarcimento del relativo danno.

15 Febbraio 2019

L’indeterminatezza e l’atipicità dei possibili contenuti del provvedimento d’urgenza trova un limite nel requisito della strumentalità

L’indeterminatezza ed atipicità dei possibili contenuti del provvedimento d’urgenza ex art. 700 cpc trova un limite nel requisito della strumentalità da intendersi: sia sotto l’aspetto dell’impossibilità di introdurre forme di tutela non previste dal sistema vigente; sia sotto l’aspetto della idoneità del provvedimento richiesto ad assicurare provvisoriamente gli effetti della pronuncia di merito [nella specie il Tribunale ha rigettato il ricorso promosso da un socio che chiedeva di essere reiscritto a libro soci dopo che era stato cancellato in ragione di una pretesa cessione a terzi in realtà mai avvenuta].