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21 Aprile 2022

L’esercizio del diritto di manleva e l’adempimento dopo la domanda di risoluzione quale circostanza qualificante l’inadempimento di non scarsa importanza

Il patto mediante il quale, al momento della cessione delle quote di una società a responsabilità limitata, i soci cedenti assicurino l’inesistenza di passività e si impegnino verso gli acquirenti al pagamento di eventuali sopravvenienze passive inerenti all’attività pregressa, non costituisce contratto a favore di terzo o contratto parasociale, con la conseguenza che il patto non può essere fatto valere né dalla società (che non può qualificarsi terzo ai sensi dell’art. 1411 c.c., poiché riceve solo indirettamente un vantaggio economico dal patto) né suo liquidatore.

Costituisce presupposto logico, intrinseco ed indefettibile del diritto di rivalsa azionato da una parte in forza di un patto di manleva, il fatto che il preteso manlevato abbia, in concreto, anticipato il pagamento del debito oggetto dell’obbligo di garanzia assunto dal mallevatore. Infatti, secondo consolidato e costante orientamento giurisprudenziale di legittimità, il diritto di manleva diventa azionabile nel momento in cui il debitore (manlevato) effettua il pagamento in favore del creditore, posto che, in assenza dell’adempimento, il manlevato non ha interesse ad agire nei confronti del mallevadore; anzi è proprio al momento del pagamento che sorge quell’obbligazione di natura eventuale e condizionata sospensivamente, caratteristica propria del patto di manleva.

L’art. 1453, ult. co., c.c. stabilisce che “dalla data della domanda di risoluzione l’inadempiente non può più adempiere la propria obbligazione”. Infatti, la domanda di risoluzione comporta, in linea di principio, la cristallizzazione, fino alla pronuncia giudiziale definitiva, delle posizioni dei contraenti, nel senso che come è vietato al debitore di eseguire la dovuta prestazione, così non è consentito al creditore di pretenderla, avendo dimostrato con la richiesta di risoluzione del contratto il proprio disinteresse all’adempimento. Tuttavia, è stato anche enunciato il principio in base al quale l’adempimento effettuato dopo la domanda di risoluzione del contratto, pur non arrestandone gli effetti, dovrebbe comunque essere preso in considerazione dal giudice, potendo costituire circostanza idonea a rendere l’inadempimento di scarsa importanza, con diretta influenza sulla risolubilità del contratto ex art. 1455 c.c. Orbene, dal tenore della norma appena richiamata, la gravità dell’inadempimento deve essere, per ciò, commisurata non solo all’entità del danno, che può anche mancare, ma alla rilevanza della violazione del contratto con riferimento alla volontà manifestata dai contraenti, alla natura e finalità del rapporto, nonché al concreto interesse dell’altra parte all’esatta e tempestiva prestazione.

2 Settembre 2019

Effetti della risoluzione per adempimento di una transazione

L’assenza di firma digitale del difensore sulla relata di notifica dell’atto di citazione notificato via pec non ne determina l’inesistenza.

Ritardi costanti e ripetuti nei pagamenti concordati in un accordo transattivo costituiscono un inadempimento del debitore tale da fondare la risoluzione del contratto, con reviviscenza dell’intero credito e del correlativo diritto della collecting society ad agire in giudizio per il suo intero ammontare.

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10 Giugno 2019

Inadempimento di un contratto di produzione discografica

Il ritardo nelle rendicontazioni e pagamenti da parte del produttore (nella specie: dei proventi generati dallo sfruttamento di opere musicali su canale Youtube) non costituisce ipotesi di inadempimento tale da fondare l’accoglimento della domanda di risoluzione di un contratto di produzione discografica ex art. 1455 c.c., se risulta che i ritardi non sono stati contestati dal creditore per un lungo periodo in cui si era consolidata una prassi esecutiva meno rigorosa di quella prevista dal testo contrattuale.

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5 Luglio 2018

Inadempimento di entrambe le parti nei contratti a prestazioni corrispettive e giudizio di comparazione

In caso di duplice e reciproco inadempimento delle obbligazioni scaturenti da un contratto a prestazione corrispettive, al fine di comprendere, nell’ambito del giudizio di risoluzione, a quale delle parti debba essere imputato l’inadempimento, il Giudice dovrà [ LEGGI TUTTO ]

6 Luglio 2017

Risoluzione per inadempimento di permuta di beni immobili con quote di s.r.l.

La norma di cui all’art. 1525 c.c., secondo la quale il mancato pagamento di una sola rata che non superi l’ottava parte del prezzo non dà luogo alla risoluzione del contratto di vendita con riserva di proprietà, è dettata con esclusivo riferimento a tale fattispecie contrattuale, e non è, pertanto, suscettibile di applicazione analogica con riguardo ad altre figure negoziali, quali una permuta di beni immobili con quote societarie, che preveda a carico di una delle parti l’obbligo di versare all’altra una somma rateizzata a titolo di conguaglio. [ LEGGI TUTTO ]

11 Aprile 2017

Dimissioni dell’amministratore delegato per conflitti con il Cda e inadempimento verso la società

E’ qualificabile come inadempimento rilevante quello dell’amministratore delegato di una s.p.a. il quale, dopo aver stipulato un contratto di investimento con la medesima che prevede l’acquisto di partecipazioni sociali a fronte della nomina [ LEGGI TUTTO ]

28 Giugno 2016

Il grave inadempimento nel contratto di franchising

In un contratto di franchising, l’inadempimento di una parte deve essere sostenuto da un quadro probatorio ben definito per portare all’accoglimento delle conseguenti domande di risoluzione anticipata, restituzione dei canoni pagati e risarcimento del maggior danno patito. Nel caso di specie, non [ LEGGI TUTTO ]

26 Giugno 2015

Inadempimento in tema di mancata corresponsione di royalties in un contratto di licenza di marchio

Nei contratti di licenza di un marchio la mancata corresponsione entro i termini contrattualmente stabiliti delle rate costituenti le royalties minime convenute per lo sfruttamento del marchio [ LEGGI TUTTO ]